Dal punto di vista etimologico la parola “religione” ha diverse origini e significati secondo il periodo storico o della cultura; assume diversi concetti, tutti discutibili e interessanti.

Oggi con questa parola intendiamo soprattutto il vincolo che lega ogni uomo a Dio.

Con il termine religione io personalmente intendo un insieme di credenze, atteggiamenti e riti che legano una persona a ciò che ritiene sacro o soprannaturale, come anche un complesso di dogmi e precetti che ciascun credente “deve” rispettare per ottenere l’aiuto terreno della divinità e per salvare la propria anima, assicurandosi un dignitoso posto nell’aldilà.

La religione fa comparsa insieme all’uomo, questo perché è necessario per ognuno di noi avere delle risposte ad accadimenti che non sapremmo diversamente spiegarci con la sola logica o ragione. L’uomo ha cercato sempre di dare un significato a tutto ciò che si manifesta, attribuendo la creazione e la manifestazione a qualche speciale Entità che sia all’altezza di tutto il Creato.

Un essere supremo onnipresente, onnisciente che possa consolarci, ascoltarci, essere benevolo e compassionevole. A tutti è necessaria una religione alla quale potersi legare; questo serve per farci sentire più uniti di fronte a “Quel Qualcosa di così Grande”. Un buon gruppo religioso che proponga un’ottima fede, un’unione basata sul non giudizio potrebbe essere stimolante e servire per crescere insieme cercando di comprendere ogni aspetto extra sensoriale, ultra terreno, che spesso ci spaventa. Sarebbe meraviglioso se la religione fosse una; questo però per il contesto nel quale viviamo è un po’ un pensiero utopistico, giacché esistono molte culture e molte persone diverse le une dalle altre. Basterebbe però una semplice cosa: il rispetto dei pensieri altrui, il non condannare un credo diverso da quello che si segue, permettere insomma a ognuno di pensare liberamente. Tutti noi abbiamo una forte propensione al giudizio, siamo frastornati da preconcetti, siamo intolleranti e poco compassionevoli. Ecco che la religione diventa una tomba per tutti noi. Può diventare addirittura una “setta” d’individui che giudica con fare minaccioso ogni altro tipo di fede. Così ciò che doveva diventare un mondo di crescita spirituale è un ricettacolo di persone che si uniscono senza uno scopo spirituale vero e proprio. La trascendenza è un miraggio lontano, un’oasi senza speranza.

La religione dovrebbe aiutare nel cammino spirituale, mentre, non è altro che un insieme di dogmi, credenze e memorie. Tutto ciò invece che unire, disgrega. Spesso la fede te la fanno perdere invece che indurti a ritrovarla. Questo probabilmente succede per paura di perdere il potere. Gli “illuminati” sanno cosa significhi avere veramente fede; conoscono benissimo la consapevolezza, la ricchezza e la potenza interiore; conoscono il significato della devozione. La vera forza è dentro di noi, la vera fede ci innalza, ci rende responsabili, indipendenti, potenti e senza paure. Ci porta al Moksha, alla Liberazione. Ecco perché chi detiene il potere, non ama molto condividere questa enorme potenza. Ciò che ci distingue dagli altri esseri viventi è la nostra liberta, il nostro libero arbitrio, la forza che abbiamo per elevarci e congiungerci all’Uno, ma questo spaventa i potenti che, ci “rifilano” un altro “credo”. Ecco allora che le religioni diventano un insieme di persone che non conoscono né la fede, né la devozione; basti pensare che, in nome di un Dio, si fanno ancora guerre e stragi.

La religione perde il suo valore così come il suo significato. Così, ciò che potrebbe essere un insieme di persone che crescono, si consapevolizzano, diventando ogni giorno più sagge, mature e indipendenti, diventa un aggregato di persone che in nome della si comportano come dei veri automi perdendo il magnifico significato della vita. I veri insegnamenti sono molto pochi e quei pochi sono pure errati, perché negli anni anche le sacre scritture hanno subito delle metamorfosi, necessarie a gestire le masse. Spesso i gruppi religiosi sono un insieme di persone che seguono illusioni, che temono la morte e che pregano solo nel momento del bisogno. Così si va in chiesa sperando che quel Dio, spesso poco misericordioso, diventi più benevolo. Avrei da dire molto, ma non voglio andare oltre. Non voglio giudicare; vorrei solo aprire gli occhi a coloro che ancora credono a un Dio che punisce i cattivi, i divorziati e coloro, che hanno rapporti prima del matrimonio. Forse quel Dio ha ben altro da fare, che non il giudice di campagna. Siamo noi con le nostre azioni a punirci da soli, siamo noi con i nostri comportamenti a vivere nell’inferno. Siamo noi a scegliere di vivere in paradiso solo dopo morti! Ricordatevi però che il paradiso è qui sulla terra, basta volerlo!

Dio è misericordioso e compassionevole e anche se ci vede sbagliare con occhi benevoli ci guarda e continua a illuminarci con il suo amore incondizionato.

Bhudda non era buddista, Gesù non era cristiano, Maometto non era mussulmano. Loro erano Amore e insegnavano l’Amore, quello puro. Dio è amore non è religione.